Da non perdere lo stetostocopio-iphone!
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Da non perdere lo stetostocopio-iphone!
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Molte università (e il Poli non fa eccezione) hanno aperto i loro canali su You Tube.
Segnaliamo l’ampio progetto indiano National program on technology enhanced learning che porta nel suo canale you tube un ricchissimo programma di lezioni di ingegneria.
This channel provides technical lectures from all seven Indian Institutes of Technology and Indian Institute of Science, Bangalore.
The Video Courses are organised as PLAYLISTS under the following Categories:
1. Core Sciences
2. Civil Engineering
3. Computer Science and Engineering
4. Electrical Engineering
5. Electronics and Communication Engineering
6. Mechanical Engineering
Dopo il OpenCourseWare del MIT sono sempre più le università che decidono di adottare questa scelta.
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Elsevier ha un grande fiuto. Con la sempre maggiore diffusione delle tecnologie mobili ha iniziato a rendere accessibili (attraverso il vostro account istituzionale sia ben chiaro non gratis) le proprie banche dati e la prima è stata Scopus (ISI ancora non lo fa per cui…)
Basta collegarsi a http://tinyurl.com/scopusmob, essere un sottoscrittore di Scopus, installare l’applicazione e ecco il database bibliografico e citazionale accessibile ovunque.
[via: Ciber newsletter]
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Una nuovissima sezione sul sito del sistema bibliotecario del Politecnico di Milano: i videotutorial per aiutarti a usare gli strumenti per le ricerche bibliografiche. I bibliotecari ci mettono la faccia!
Curioso? http://www.biblio.polimi.it/formazione/videotutorial/index.html
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Leggiamo su AIDALampi del progetto MESUR (MEtrics from Scholarly Usage of Resources) sviluppato da Marko A. Rodriguez, Johan Bollen e Herbert Van De Sompel, ricercatori del Los Alamos National Laboratory
Ancora una volta si tratta di un progetto volto a apportare dei correttivi all’Impact Factor.
The MESUR project at the Research Library of the Los Alamos National Laboratory is interested in developing metrics for quantifying the value of all scholarly artifacts (e.g. authors, journals, conferences, articles, institutions, etc.). In order to do this, an accurate model of the scholarly community is needed that includes both bibliographic and usage data. This model is best represented by a scholarly semantic network. That is, a network of heterogeneous artifacts connected to one another by qualified or typed relationships. Given the current standards in metadata archiving and harvesting, usage recording, and representational frameworks for semantic networks, a practical ontology for the large-scale modeling of scholarly artifact usage is presented.
Il modello ontologico alla base è rappresentato in questa immagine:
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Recuperiamo qualche giorno di assenza con un’infornata di materiali tenuti in caldo.
Ecco la presentazione della dott.ssa Bernardini
http://www.slideshare.net/bibliobioing/web-of-science-per-la-valutazione-della-ricerca
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In un recente Report intitolato Citation Statistics: A report from the International Mathematical Union (IMU) in cooperation with the International Council of Industrial and Applied Mathematics (ICIAM) and the Institute of Mathematical Statistics (IMS) (pdf) 3 associazioni di matematici esprimono la propria posizione critica nei confronti degli indicatori bibliometrici, non solo nei riguardi del già criticato Impact Factor, ma anche riguardo a indicatori quali h-index che hanno assunto un peso eccessivo nelle valutazione delle performance di ricerca.
Per approfondire: il nostro seminario Web of Science per la valutazione della ricerca 1 luglio 2008 (iscrizioni qui)
[Fonte: Wired Campus]
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PubMed offre delle strategie di ricerca predefinite che vengono aggiornate periodicamente.
Pensavate che per trovare una revisione sistematica bastasse scrivere Systematic reviews? Purtroppo non è così semplice.
Strategy last modified January 2008.
(systematic review [ti] OR meta-analysis [pt] OR meta-analysis [ti] OR systematic literature review [ti]
OR (systematic review [tiab] AND review [pt]) OR consensus development conference [pt] OR practice guideline [pt]
OR cochrane database syst rev OR acp journal club OR health technol assess OR evid rep technol assess summ)
OR
((evidence based[ti] OR evidence-based medicine [mh] OR best practice* [ti] OR evidence synthesis [tiab])
AND
(review [pt] OR diseases category[mh] OR behavior and behavior mechanisms [mh] OR therapeutics [mh]
OR evaluation studies[pt] OR validation studies[pt] OR guideline [pt]))
OR
((systematic [tw] OR systematically OR critical [tiab] OR (study selection [tw]) OR (predetermined OR
inclusion AND criteri*) OR exclusion criteri* OR “main outcome measures” OR “standard of care” OR “standards of care”)
AND
(survey [tiab] OR surveys [tiab] OR overview* OR review [tiab] OR reviews [tiab] OR search* OR handsearch
OR analysis [tiab] OR critique [tiab] OR appraisal OR (reduction AND risk AND (death OR recurrence)))
AND
(literature [tiab] OR articles [tiab] OR publications [tiab] OR publication [tiab] OR bibliography [tiab]
OR bibliographies [tiab] OR published [tiab] OR unpublished OR citation OR citations OR database [tiab]
OR internet [tiab] OR textbooks [tiab] OR references OR scales [tw] OR papers [tw] OR datasets OR trials [tiab]
OR meta-analy* [tw] OR (clinical [tiab] AND studies [tiab]) OR treatment outcome))
NOT
(case report [ti] OR letter [pt] OR newspaper article [pt] OR comment [pt])
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Nel post precedente abbiamo parlato di alcuni strumenti (Deja vu ; eTBlast; Turnitin) che aiutano a riconoscere l’originalità o meno di un articolo.
Siccome nessuna ricerca nasce dal nulla, ma si basa sui risultati precedentemente ottenuti, è importante imparare a citare correttamente le fonti.
In attesa di farne una noi in lingua italiana vi rimandiamo alla guida della Duke University Citing Sources and Avoiding Plagiarism
Per creare la bibliografia ricordatevi che Politecnico offre ai suoi utenti Refworks.
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Uno dei problemi più sentiti quando si cerca di ricostruire la bibliografia di un autore o di trovare il proprio indice citazionale è quello degli omonimi che, se proprio siamo sfortunati, si occupano anche di argomenti affini.
Il tema è ancora più sentito con l’ingresso imponente dei ricercatori asiatici nel mondo accademico: in Cina, ad esempio, esistono solo circa 700 cognomi (per più di 1miliardo300mila abitanti) che si abbinano a una ventina di nomi. In Italia siamo messi meglio, ma chiunque abbia provato a fare ricerca nella banca dati Web of science sa che anche i ricercatori italiani non sono immuni da problemi di ominimie.
Proprio da ISI nasce la recente iniziativa di ResearcherID un sito che vuole assegnare una sorta di OpenID dei ricercatori ovvero una stringa alfanumerica che identifichi ogni ricercatore senza possibili ambiguità.
ResearcherID is a website where invited researchers can register for a unique researcher ID number. At this site, users can: Update their profile information; Build their publication list using Web of Science search services or uploading a file; Select to make their profile public or private. Registered as well as non-registered users can search the Researcher Registry to view profiles and find potential collaborators.
Sicuramente l’idea è buona e il problema è molto sentito; la ISI che sugli indici citazionali basa la maggior parte dei suoi prodotti (da WOS a ESI) se ne sta facendo carico, ma il progetto, appena agli albori, ha dei limiti.
La prima perplessità riguarda la stretta correlazione con ISI e i prodotti a esso collegati (ESI in primis, come fornire la lista degli autori più influenti se non si è riusciti a disambiguarli?). Un servizio del genere va a beneficio della comunità tutta e dovrebbe essere privo di legami di tipo commerciale.
Attualmente la registrazione non è aperta a tutti ma è solo su invito e per questo noi non lo abbiamo potuto testare, ma già leggendo le FAQ abbiamo avuto conferma di alcuni nostri dubbi.
Are there any restictions to using the Add Publication function?
Yes. Add Publication functionality is only available to ISI Web of Knowledge subscribers. If you have access to ISI Web of Knowledge from your computer then the Add Publication button on your profile page will be visible when you are logged in to ResearcherID.com.
Ma come viene attribuito il numero identificativo unico? Che differenza avrà rispetto a OpenID o OAuth? Come si situa questa iniziativa nell’ambito della partnership con NISO?
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Aderiamo volentieri e appoggiamo l’iniziativa di cui ci informano i colleghi del centro Cochrane Italiano
Attualmente è in corso una petizione per chiedere alla Comunità Europea di offrire accesso gratuito alla banca dati Cochrane Library a tutti i suoi cittadini.
Infatti, non tutti i cittadini dei paesi UE, inclusi quelli italiani, possono accedere gratuitamente a questa valida ed indipendente fonte di informazione scientifica, fondamentale il per il miglioramento della
qualità della assistenza sanitaria.
Tra pochi giorni il Dipartimento, grazie al contributo del progetto SBBL, sarà abilitato a accedere alla banca dati tramite il sito di SBBL.
Per firmare è sufficiente accedere al sito web della EU Alliance for the Dissemination of Evidence:
<http://cochrane.epetitions.net>
Visualizza l’elenco dei firmatari
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Berkeley sarà la prima Università a mettere a disposizione le proprie lezioni su You Tube.
Da oggi oltre 300 ore di lezioni si possono scaricare da youtube.com/ucberkeley.
Segnaliamo: i 25 video di Bioingeneria , e i 6 video sui motori di ricerca
Abbiamo scelto per voi:
Search, Google, and Life di Sergey Brin co-fondatore di Google
e Dental Materials
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Forse non tutti sanno che i risultati di una ricerca in PubMed possono essere salvati per essere recuperati successivamente attraverso la funzione My NCBI. I risultati (che non “scadono”) possono poi essere organizzati in collections di modo da renderli funzionali alla nostra ricerca.
Ecco come fare: (Distance education program resources)
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Qualcuno ha fatto il lavoro che volevamo fare noi da un po’ (e sempre abbiamo rimandato), ma questo è il bello della conoscenza condivisa
Segnaliamo la lista dei database che offrono feed RSS creata dalla Università del Wisconsin
http://www.library.wisc.edu/alerts/rss-alert-guides.html
[Via: RSS4lib]
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Abbiamo già discusso dei vantaggi dei Feed RSS per la ricerca accademica, oggi segnaliamo The Ultimate RSS Toolbox – 120+ RSS Resources
Comprende:
[Via: The distant librarian]
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